lunedì 8 febbraio 2016

Cosa ci raccontano sulle NANOTECNOLOGIE?

Vogliamo riproporre un documento, redatto nel "lontano" 2006.
L'Autore Dr. Hermann Fischer, fondatore della Ditta AURO tedesca, leader mondiale nella produzione di finiture naturali per la casa, pone diversi quesiti sulla materia.......

da leggere con attenzione!!!



AURO e “Nano”

Una premessa doverosa: nessuno sarà in grado di superare AURO quando si tratta di scetticismo e critica su qualsiasi argomento riferito a se stesso come "nano".

Innanzitutto, questo vale per l'uso inflazionistico dei termini "nanotecnologie" o "nanoproduct", specie quando utilizzati senza limiti come sinonimi di "moderno" e "progresso".

Infatti, consideriamo molto problematica la produzione e l'applicazione di particelle i cui diametri sono dell'ordine di uno o pochi nanometri (= 1 milionesimo di millimetro) e che vengono a contatto diretto con il corpo (attraverso tessuti, cosmetici, spray etc.). Noi siamo completamente d'accordo, in questo senso, con quelle persone che attualmente lanciano campagne e-mail contro nanoprodotti, anche se lo fanno a causa di motivi completamente diversi, cioè con chiara evidenza di concorrenza.

Ci sono essenzialmente tre solide ragioni scientifiche per la nostra visione critica:

1. Essendo tali particelle di dimensioni estremamente ridotte da essere verosimilmente definite reali nanoparticelle, tanto da essere difficilmente intercettabili dalle barriere che si sono sviluppate nel corso dell'evoluzione per fornire protezione contro corpi estranei (membrane cellulari, cilia, barriere capillari, etc.). Si comportano come i gas nel volume dell'aria inalata e come tali penetrano nelle regioni più profonde dei polmoni. Quando vengono applicate sulla pelle o nel sangue quasi si comportano come principi attivi solubili o riassorbibili.

2. Le nanoparticelle reali, cioè tali da avere una dimensione che varia da uno a diversi nanometri possiedono proprietà fisiche completamente differenti rispetto al materiale originale di cui sono fatte o a cui assomigliano da un punto di vista puramente chimico. Ciò significa che una sostanza altrimenti innocua nel suo stato di "grande dimensione" può essere trasformata in una sostanza problematica mediante la sua frammentazione giù nella vera nano-gamma.

3. Dal momento che recentemente è diventato possibile realizzare prodotti con una ristretta scala granulometrica che va da circa 1 a 5 nanometri, e dal momento che tali particelle nano-piccole non sono praticamente presenti in natura in tali granulometrie, non abbiamo alcuna esperienza o informazione sugli effetti che i prodotti contenenti esclusivamente, o quasi completamente, tali sostanze possono provocare nel tempo. Questo è lo stesso concetto con il quale abbiamo sempre lottato contro i solventi sintetici come i composti isoalifatici, o i pigmenti organici sintetici come coloranti azoici. (Stranamente, oggi incontriamo tra questi "combattenti anti-nano" persone che hanno applicato tali sostanze senza scrupoli, e alcuni di loro ancora continuano a farlo).

Ci sono poi alcuni aspetti molto differenti riguardo al nano-boom odierno, che noi non approviamo:

1. Un gran numero di prodotti che vengono pubblicizzati con l’ovvio utilizzo del termine di tendenza "nano" non possiede alcuna proprietà di sorta che possa essere associata alle nanoparticelle reali. I consumatori sono portati a credere ad una associazione (purtroppo ancora efficace) che non potrà reggere ad un esame più approfondito.

2. Il termine "nano" è spesso usato per indicare prodotti contenenti particelle di dimensioni relativamente piccole (circa. 20-100 nanometri = 0,002-0,1 micrometri): tuttavia, le loro proprietà corrispondono per lo più a quelle delle particelle più grandi della gamma micrometrica e possiedono solo una grande superficie specifica. Non è presente alcun effetto o particolare proprietà legata alla presenza delle nano-dimensioni - ma fa bella mostra di se sull’etichetta.

3. Purtroppo, le Istituzioni che dovrebbero approfondire la conoscenza e che invece cercano profitto dal dibattito “nano” in corso, sono coinvolte in questa confusione concettuale. In pratica, qualsiasi dimensione, indipendentemente dalla sua misura effettiva, può essere nobilitata riportando in nanometri le sue misure, sfruttando così l'elegante prefisso "nano"; un granello di sabbia sarà quindi in possesso di 10.000 nanometri, ma una comune particella di pigmento di 100 nanometri sarà quindi trasformata in una "nanoparticella".

  1. "Nano" è spesso solo un marchio di moda che viene associato a prodotti molto comuni (e spesso poco innovativi) - ed in terza battuta a "benessere" (che fino a poco tempo, si associava con "feng-shui" - la cosa principale è che i potenziali clienti abbiano familiarità con i termini di moda prodotti dal marketing e amplificati dai mass media).
Si tratta di tendenze e deviazioni in cui AURO non è mai stata coinvolta, come ben sappiamo.

segue....

 

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